Cultura

La cultura è un bene comune e primario, come l'acqua: i teatri, le biblioteche, i musei, i cinema sono come tanti acquedotti.

Chi ama la cultura desidera conoscere tutte le culture e quindi è contro il razzismo.

La cultura è come la vita, e la vita è bella!

La cultura agli occhi del potere è meritevole di salamelecchi a non finire. Ma, tutto sommato, è ritenuta marginale.

La società di massa non vuole cultura, ma svago.

La cultura è un ornamento nella buona sorte, un rifugio nell'avversa.

Le radici della cultura sono amare, ma i frutti sono dolci.

La cultura è il miglior viatico per la vecchiaia.

La cultura è la passione per la dolcezza e la luce, e (ciò che più conta) la passione di farle prevalere.

La lettura fa l'uomo completo; il discorrere lo rende preparato e lo scrivere esatto.

Chi è per lo sport ha le masse al suo fianco, chi è per la cultura ha le masse contro, e per questo tutti i governi sono sempre per lo sport e contro la cultura.

Cultura libresca. Termine derisorio usato dallo stupido per tutto il sapere che trascenda la sua impenitente ignoranza.

Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze.

La cultura ha la virtù di abbellire un volto più che il trucco e i cosmetici.

Non c'è bisogno di bruciare i libri per distruggere una cultura. Basta convincere la gente a smettere di leggerli.

La cultura rende un popolo facile da guidare, ma difficile da trascinare; facile da governare, ma impossibile a ridursi in schiavitù.

La cultura è un elemento stabilizzante, non c'è niente di meglio di un museo, di un'opera di Verdi o di un poeta con tanto di riconoscimenti ufficiali per ricacciare il progresso indietro.

La guerra è il sistema più spiccio per trasmettere una cultura.

Senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società, anche se fosse perfetta, sarebbe una giungla. Ecco perché ogni autentica creazione è in realtà un regalo per il futuro.

Cultura: grido degli uomini davanti al loro destino.

L’ignoranza è il punto di vista che manca agli uomini di cultura.

Senza quel minimo di cultura che ci fa conoscere noi stessi, vivremmo tutta la vita con uno sconosciuto.

Quando il culto prevale sulla cultura, inizia il fanatismo.

I tagli del governo alla cultura sono un aiuto all'ignoranza, la quale di tutto aveva bisogno, tranne che di un aiuto.

Il ministro dell'Economia ha detto: "La cultura non si mangia". Nemmeno l'aria! Purtroppo, senza, si muore.

La cultura, in Tv, è come la pornografia: trova spazio solo di notte.

La cultura, in Tv, è come la pornografia: trova spazio solo di notte, quasi a voler certezza che tutti dormano. Sennonché, per la pornografia, molti rimangono svegli.

Non è la politica che governa un Paese, ma la sua cultura.

Prima di tagliare i fondi alla cultura, ci sarebbero stati mille enti inutili da tagliare; ma forse erano utili a chi li doveva tagliare.

Non sembrare mai più istruito delle persone che stai frequentando. Indossa la tua cultura come un orologio da tasca, e tienila nascosta. Non tirarlo fuori per vedere l’ora, ma dai l’orario quando ti viene chiesto.

Chi si dedica a letture occasionali, raramente possiede una cultura molto rigorosa.

Il prestigio della "cultura" induce gli stupidi a mangiare senza avere fame.

La cultura è il petrolio d'Italia, e deve essere sfruttata.

Che importa la cultura? Quando scrisse l'Amleto, Molière aveva letto Rostand? No!

Il guaio di farsi una cultura è che il processo richiede molto tempo, ti brucia la parte migliore della vita, e quando hai finito l'unica cosa che sai è che ti sarebbe convenuto di più fare il banchiere.

La parola cultura, Cultura, Culture mi appare gigantesca, enorme, degna di non essere scomodata di continuo.

L'uomo molto ricco deve parlare sempre di poesia o di musica ed esprimere pensieri elevati, cercando di mettere a disagio le persone che vorrebbero ammirarlo per la sua ricchezza soltanto.

Uno dei tratti salienti della nostra cultura è la quantità di stronzate in circolazione. Tutti lo sanno. Ciascuno di noi dà il proprio contributo.

La cultura ha guadagnato soprattutto da quei libri con cui gli editori hanno perso.

La cultura è l'unico bene dell'umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande.

Cultura è una parola da adoperare sempre con estrema cautela, dal momento che tra il pronunciarla e sciacquarsene con sussiego la bocca ce ne corre pochissimo.

Un popolo senza la conoscenza della propria storia, origine e cultura è come un albero senza radici.

"Più della metà della cultura moderna − diceva Oscar Wilde − si fonda su ciò che non si dovrebbe leggere." L'altra metà − diciamo noi − su ciò che non si è letto.

È grave che si consideri la cultura "tempo libero". Come se le cose serie fossero produrre e consumare.

Comunicare è natura; accogliere ciò che comunicano gli altri, così come è dato; è cultura.

Tutto ciò che è eccellente ci limita per un momento, perché non ci sentiamo alla sua altezza. Solo in quanto lo accogliamo poi nella nostra cultura, assimilandolo alle nostre forze intellettuali e sentimentali, esso ci diventa caro e prezioso.

L'uomo nasce barbaro, e si redime dalla bestialità coltivandosi. La cultura è quella che fa gli uomini, e tanto meglio quanto più è grande.

La cultura non sostenuta dal buon senso è raddoppiata follia.

L'indole migliore rimane incolta, senz'arte, e alle perfezioni viene a mancar la metà, se son prive di cultura.

Cultura, non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri.

È meglio non saper né leggere né scrivere che saper leggere e scrivere, e non esser capaci d’altro.

Parlare di cultura è sempre stato contro la cultura. Il denominatore comune «cultura» contiene già virtualmente la presa di possesso, l'incastellamento, la classificazione, che assume la cultura nel regno dell'amministrazione.

La vera cultura vive di simpatie e ammirazioni, non di antipatie e disprezzo.

Quando sento la parola cultura... levo la sicura alla mia Browning. [1]

Che la cultura sia la quintessenza di tutto ciò che si è dimenticato è una giusta nozione. Oltrepassato quel punto, la cultura è una malattia e un peso per chi sta intorno alla persona colta.

Il valore della cultura si rivela nel modo più chiaro quando una persona colta prende la parola a proposito di un problema che sta fuori dall'ambito della sua cultura.

Una vasta cultura è una farmacia ben fornita: ma non c'è modo di avere la sicurezza che non ci venga porto del cianuro per curare un raffreddore.

Cultura è quella cosa che i più ricevono, molti trasmettono e pochi hanno.

Quando il sole della cultura è basso, i nani hanno l'aspetto di giganti.

La cultura vera, non la confortevole semicultura che ci risarcisce del nostro vuoto interiore, è capacità di scelta e di giudizio, è soprattutto «critica». Altrimenti non emancipa né migliora gli esseri umani.

La semicultura diffusa risulta assai perniciosa poiché dà l'illusione di sentirsi problematici, informati, consapevoli di sé, senza peraltro esserlo affatto. E dunque può predisporre alla barbarie.

Per molti la cultura è la prima necessità che non è necessario appagare.

La donna è stata bloccata per secoli. Quando ha accesso alla cultura è come un’affamata. E il cibo è molto più utile a chi è affamato rispetto a chi è già saturo.

La cultura ci si presenta come la conoscenza di ciò che rende l'uomo qualcosa di diverso da un incidente dell'universo.

La cultura non si eredita, si conquista.

La capacità di godere richiede cultura, e la cultura equivale poi sempre alla capacità di godere.

La cultura è l'unica droga che crea indipendenza.

Di cultura ci si può soffocare. Vuoi mettere il pensiero snello dell’ignorante?

La cultura si è chiusa nella torre eburnea. Rimane lì, arroccata in sé stessa, perché ha orrore dei contatti col pubblico, si crede diminuita dai contatti col pubblico. Questa è la cultura italiana. È una cultura di cretini.

Chi riesca ad assorbire e poi a smaltire la cultura ha raggiunto lo stato di grazia.

Si può essere istruiti e mancare di cultura.

Una ricca biblioteca può servire a mascherare una cultura povera.

Quando la cultura diventa bagaglio manca alla. sua funzione vivificante, si trasforma in intralcio e conviene sbarazzarsene come di zavorra.

In un uomo di Stato, la cosiddetta "cultura" è in fin dei conti un lusso inutile.

Per amare la cultura occorre una forte vitalità. Perché la cultura – in senso specifico o, meglio, classista – è un possesso: e niente necessita di una più accanita e matta energia che il desiderio di possesso.

Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L’uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla.

Cultura non è leggere molto, né sapere molto: è conoscere molto.

Il culturismo fa malissimo, come la cultura del resto. In un caso o nell'altro ci si sente temporaneamente onnipotenti in via di miglioramento.

Cultura. Facile da definire. Tutto quello che non pensiamo sia cultura è cultura.

La conoscenza NON è cultura. Il campo della cultura comincia quando si è «dimenticato-non-so-che-libro».

La cultura è quel che rimane quando non si sa far niente.

Fare dono della cultura è fare dono della sete. Il resto verrà da sé.

Aver scarsa cultura è male, ma averne troppa è peggio.

La cultura è, grosso modo, tutto ciò che noi facciamo e che le scimmie non fanno.

L’ignoranza che si tramanda di generazione in generazione fa parte della cultura di un popolo.

Mostrava di possedere un gran rispetto per l’arte e per la cultura in genere tenendosene sempre a debita distanza.

Tutto il suo bagaglio culturale occupava suppergiù lo spazio di una ventiquattrore.

Una cultura autentica è caratterizzata dall'incoraggiamento di una formazione di base focalizzata sulla comprensione, sull'apprezzamento e sulla trasmissione delle opere migliori prodotte ieri e oggi dalla ragione e dalla fantasia.

Essere a casa propria nel mondo della cultura significa essere a casa propria in molti mondi, in molti linguaggi: significa trovarsi a casa propria nella storia delle idee, nella letteratura, nella musica, nelle arti. Richiede erudizione e la capacità di cogliere i rapporti tra i diversi mondi.

Bisogna trovare la cultura sostanziosa. Se la troviamo, la prenderanno tutti gli affamati.

Il diploma è il nemico mortale della cultura.

Un po' di cultura e molta memoria, insieme a una certa arditezza nell'opinare e nell'andare contro ai pregiudizi, danno sembianza di vastità di mente.

Gli autodidatti sono considerati i contrabbandieri della cultura, ma proprio per questo essi forniscono la merce più rara e genuina.

Leggere i giornali, ascoltare la radio, frequentare la gente, tenersi al corrente di quello che avviene nel mondo: tutto questo soddisfa la nostra curiosità, ma non aumenta la nostra cultura. Per pensare occorre il silenzio.

Come l'amore va cercato fuori del matrimonio, così la cultura va cercata fuori delle sue istituzioni.

Ho sempre il sospetto che quelli che si riempiono la bocca di cultura siano dei ciarlatani. Le Muse sono discrete e non amano il proscenio.

La cultura non è una professione per pochi: è una condizione per tutti, e completa l’esistenza dell’uomo.

La cultura è uno strumento maneggiato da professori per fabbricare professori che, a loro volta, fabbricheranno professori.

La cultura si chiude in casa e si fa rappresentare dalla sua serva ch’è la sottocultura.

La cultura non è un lusso, è una necessità.

Cultura significa creazione di vita.