Leggere

Leggo per legittima difesa.

Un uomo che legge ne vale due.

Chi legge lo fa per nascondersi. Per nascondere chi è realmente. E chi si nasconde non sempre si piace.

Fra una persona che ha fatto l'università ma non legge, e una con una scolarità inferiore ma che ha l'abitudine di leggere, la seconda parla e scrive meglio.

Leggere, come io l'intendo, vuol dire profondamente pensare.

Chi molto legge prima di comporre, ruba senza avvedersene e perde originalità, se ne avea.

Il libro più tedioso assume una certa grazia che lo redime se letto in giardino

Leggere fa bene, ma può fare anche male, diciamo la verità. I libri sono come le medicine o come qualunque altro medium: vanno presi con cautela.

La lettura tende con gli anni a diventare una specie di doppio dell'esistenza, anzi, un concentrato di esistenza raramente eguagliato, per intensità, nell'ordinario scorrere delle giornate.

Noi siamo abituati a dare a parole come "silenzio" e "solitudine" un significato di malinconia, negativo. Nel caso della lettura non è così, al contrario quel silenzio e quella solitudine segnano la condizione orgogliosa dell'essere umano solo con i suoi pensieri, capace di dimenticare per qualche ora "ogni affanno".

La persecuzione contro i libri è propria di tutti i regimi dispotici, e basterebbe questo per farci amare la lettura.

I libri vanno letti con la stessa cura e con la stessa riservatezza con cui sono stati scritti.

Un libro non è mai finito. È sempre lì, in attesa che qualcuno lo migliori ancora dopo una nuova lettura.

Non leggete per contraddire e confutare, né per credere e accettar per concesso, non per trovar argomenti di ciarle e di conversazione, ma per pesare e valutare.

Una notte d'amore è un libro letto in meno.

In fondo leggere non è altro che questo, no? Allontanarsi da tutto ciò che è… normale.

La lettura è piacere e gioia di essere vivo o tristezza di essere vivo, e soprattutto è conoscenza e domande. La scrittura, invece, di solito è vuoto. Nelle viscere dell'uomo che scrive non c'è nulla.

Le letture non si consigliano, se non ai principianti del leggere. Ognuno deve trovare le proprie letture con l'istinto, che − nel lettore abituato − diventa quasi sempre infallibile.

La goccia scava la pietra, non due volte, ma cadendo continuamente. Così l'uomo diventa saggio leggendo non due volte, ma spesso.

Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica.

Leggere significa affrontare qualcosa che sta proprio cominciando a esistere.

Quante letture ci si risparmierebbe, se si conoscessero prima gli scrittori. Tutte le letture?

Non serve rimpiangere quel che non si è letto, o inseguirlo insensatamente e con immane fatica: quello che non si è letto non era stato scritto per noi.

Lascia agli sciocchi leggere ciò che gli sciocchi hanno scritto.

Leggere è lasciare che un altro fatichi per voi. La forma più delicata di sfruttamento.

Se desideriamo raggiungere una vera comunione con la creatura amata, il mezzo più certo è di leggere nello stesso tempo il medesimo volume, comunicando con lei attraverso le parole di un altro.

Chi si dedica a letture occasionali, raramente possiede una cultura molto rigorosa.

Il tempo trascorso a guardare la televisione allontana il bambino dalla lettura; la capacità di leggere è scarsamente sviluppata, e il valore della lettura trascurato. I bambini vengono abbandonati ad una serva infedele che li espone a "vicende sconnesse raccontate da persone sconnesse".

La lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno.

I libri sono di chi li legge.

Tra tutti i passatempi la lettura è il più economico e il meno pericoloso. Leggere un libro a letto, non comporta alcun rischio. A meno che non crolli la casa.

La lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini più eminenti dei secoli passati, che ne sono stati gli autori, anzi una conversazione meditata, nella quale essi ci rivelano solo quanto di meglio c’era nel loro pensiero.

Tali leggendo solo credono di studiare. Senza meditazione, la lettura non è che un perditempo.

Nella lettura solitaria, l'uomo che cerca sé stesso ha qualche possibilità di trovarsi.

La lettura è un’attività asociale, faticosa e anche noiosa. Ma rimane la più straordinaria di tutte.

La disattenzione è il modo più diffuso di leggere un libro, ma la maggior parte dei libri oggi non sono soltanto letti ma scritti con disattenzione.

Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.

Coloro che leggono molti libri sono come i masticatori d'hashish: vivono in un sogno, e il veleno sottile che penetra nei loro cervelli li rende insensibili al mondo reale. Verrà il giorno che saremo tutti bibliotecari, e allora sarà finita per noi.

La fatica di leggere non può competere con la facilità di guardare, e allora, rispetto al libro, la televisione sarà il medium più amichevole perché è quello che "dà meno da fare".

A non leggere troppi libri, quante mai cose s'imparano!

La lettura di un libro, che meriti d'essere letto, dovrebb'essere una specie di copula, non soltanto piacevole, ma anche feconda.

Sono molti che leggono ogni maniera di libri, e mai non aprono il libro dell'anima propria; e quando pure l'aprissero, non vi saprebbero leggere.

È meglio non saper né leggere né scrivere che saper leggere e scrivere, e non esser capaci d’altro.

Qualche libro lo si legge col sentimento di fare un'elemosina all'autore.

La lettura è a volte un modo ingegnoso per evitare di pensare.

Non esiste programma di vacanza più bello che proporsi di non leggere neppure un rigo, e dopo, niente di più piacevole che, al momento opportuno e con un libro veramente attraente, tradire il bel programma.

Non dobbiamo leggere per dimenticare noi stessi e la nostra vita quotidiana, ma al contrario, per impossessarci nuovamente, con mano ferma, con maggiore consapevolezza e maturità, della nostra vita.

Se si leggono libri come si stanno ad ascoltare gli amici, ciò che si legge allieterà e consolerà come soltanto gli amici sanno fare.

Vivere senza leggere è pericoloso, ci si deve accontentare della vita, e questo comporta notevoli rischi.

Sono i libri che un uomo legge, quelli che lo accusano maggiormente.

Ci si dovrebbe lasciar guidare, nelle letture, solo dalla propria inclinazione: quello che si legge per una sorta di senso del dovere porterà ben poco vantaggio.

Bisognerebbe leggere, credo, soltanto i libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo?

L'aspetto veramente importante della lettura è che favorisce una disinvolta intimità con il processo della scrittura; si mette piede nel paese dello scrittore con tutti i documenti più o meno in ordine.

Quando una lettura vi eleva lo spirito, ispirandovi sentimenti nobili e coraggiosi, non cercate un altro criterio per giudicare l’opera: essa è buona e forgiata da una mano maestra.

La lettura per l'arte dello scrivere è come l'esperienza per l'arte di viver nel mondo, e di conoscer gli uomini e le cose.

Ci sono effettivamente molti che leggono per non dover pensare.

Leggere a letto non è solo uno svago; è anche una forma speciale di privacy. È un’azione immobile, libera dalle convenzioni sociali, invisibile al mondo, un’azione che svolgendosi fra le lenzuola, nel regno della lussuria e dell’ozio peccaminoso, ha il fascino delle cose proibite.

Noi tutti leggiamo noi stessi e il mondo intorno a noi per intravedere cosa e dove siamo. Leggiamo per capire, o per iniziare a capire. Non possiamo fare a meno di leggere. Leggere, quasi come respirare, è la nostra funzione essenziale.

Mi pare che tutti noi siamo come boccioli chiusi, e la più parte di ciò che leggiamo non ha su di noi alcun effetto, ma ci sono certe cose che hanno un particolare significato e che fanno aprire un petalo: poi i petali si aprono uno a uno e alla fine ecco il fiore.

Leggere è un modo intelligente per evitare di pensare.

C’è gente che ha letto tutto, ma ha capito poco. E gente che ha letto poco, ma ha capito tutto. Poi ci sono Umberto Eco e Dio.

Vita è tutto quello che sottrai alla lettura.

Lo studio è stato per me il rimedio principale contro i travagli della vita; non avendo io mai avuto un dispiacere che non mi sia passato dopo un'ora di lettura.

Il tempo è tanto prezioso che andrebbe impiegato soltanto per leggere il meglio. Ma poiché per individuarlo occorrerebbe leggere tutto, è meglio non leggere.

Non voglio leggere più nessun autore di cui si noti che volle fare un libro: ma solo quelli i cui pensieri divennero improvvisamente un libro.

Non leggere più nessun libro che sia nato e sia stato battezzato (con inchiostro) nello stesso tempo.

Chi crede che leggere sia una fuga è all'opposto della verità: leggere è trovarsi di fronte il reale nella sua massima concentrazione.

Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell'esperienza speciale che è la cultura.

Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma.

Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d'altronde, o il tempo per amare.) Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere.

Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.

Le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere. E nessuno è autorizzato a chiederci conto di questa intimità.

Ogni lettura è un atto di resistenza. Di resistenza a cosa? A tutte le contingenze.

L'uomo costruisce case perché è vivo, ma scrive libri perché si sa mortale. Vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo.

Leggere è sognare per mano altrui.

Uno spirito originale sa subordinare la lettura alla propria attività personale. Per lei non è altro che la più nobile delle distrazioni, soprattutto la più feconda perché solo la lettura e il sapere forniscono lo spirito di "belle maniere".

Quando si legge, si ama sempre un poco versarsi fuori di sé, viaggiare.

La lettura [...] ci insegna ad accrescere il valore della vita, valore che non abbiamo saputo apprezzare e della cui grandezza solo grazie al libro ci rendiamo conto.

Quando penso a tutti i libri che mi restano da leggere, ho la certezza d'essere ancora felice.

Se leggi un libro con distrazione, per passatempo, esso farà scorrere il suo contenuto su di te come sul marmo l'acqua che ai primi raggi del sole evapora senza lasciare traccia.

Con questa informazione così omologata, controllata dalla politica e usata come strumento politico, forse la libertà si trova leggendo libri.

Esistono due motivi per leggere un libro: uno perchè vi piace, l'altro è che potrete vantarvi di averlo letto.

Il pubblico è così stupido, che preferisce leggere le cose nuove che non le buone.

Leggere equivale a pensare con la testa di qualcun altro invece che con la propria.

La gente dice che ciò che conta è vivere, ma io preferisco leggere.

Quando leggi, cerca sempre di stare nella migliore compagnia.

Di rado è solo chi ama leggere.

Avrebbe tratto maggior insegnamento dai libri se avesse letto meno ma avesse letto meglio.

Bisogna sapersi difendere da certi libri, ma ciò lo si impara unicamente leggendo molti libri.

Permetterci di conciliare il piacere della solitudine con il piacere della buona compagnia è uno dei grandi pregi della lettura.

Non leggere nulla è sempre meglio che leggere qualunque cosa.

Un tempo pensavo con rammarico ai tanti libri che non avrei mai avuto il tempo di leggere; oggi mi accade di pensare, con lo stesso rammarico, ai pochi libri davvero degni d’essere letti.

Leggere è un modo particolarmente elegante di tenersi lontano dagli altri.

Nel vedere cosa legge certa gente, non si può non provare rispetto per tutti coloro che si tengono dignitosamente lontano dai libri come da cosa che non li riguarda.

La lettura senza la scrittura è sterile, la scrittura senza la lettura è orfana.

Se in Italia si leggono pochi libri, è solo per mancanza di tempo: sono tutti impegnati a scriverne.

Se non esistessero gli scrittori alla moda, quelli, cioè, che pubblicano libri insignificanti di grande successo, che dopo qualche anno nessuno ricorda piú, tanta gente non leggerebbe neppure un libro in vita sua. Il che, detto tra noi, sarebbe anche meglio.

Un buon libro è quello che si legge volentieri; un gran libro, il libro della nostra vita, quello in cui ci si legge con meraviglia.

Un libro che si legge “tutto d’un fiato”, nove volte su dieci è un libro privo di valore. Un libro degno di questo nome, il fiato lo deve spezzare.

Leggere è vedere per procura.

L'atto di lettura è autentico soltanto quando conosciamo integralmente un autore, quando esaminiamo con sollecitudine particolare, anche se un po' irritata, i suoi «fallimenti» per elaborare una nostra visione personale della sua presenza.

Se vuoi che qualcuno legga un libro, digli che è sopravvalutato.

L'istruzione [...] ha prodotto un vasto popolo capace di leggere ma incapace di discernere quello che vale la pena di leggere.

Io non leggo mai, non leggo libri, cose... pecché che comincio a leggere mo' che so' grande? Che i libri so' milioni, milioni, non li raggiungo mai, capito? pecché io so' uno a leggere, là so' milioni a scrivere, cioè un milione di persone e io uno mentre ne leggo uno... ma che m'emporta a me?

Un classico è qualcosa che tutti vorrebbero aver letto e nessuno vuol leggere.

Sappiate scrivere ma non leggere, non importa.

Il solo modo serio di leggere è rileggere.

Quelli che trascurano di rileggere si condannano a leggere sempre la stessa storia.

I classici sono quei libri di cui si sente dire di solito: "Sto rileggendo..." e mai "Sto leggendo...".

Appartengono alla letteratura tutti i libri che si possono leggere due volte.

Unico spiraglio di luce in tanta tristezza erano i miei libri; fui fedele a loro com'essi eran rimasti fedeli a me e li rilessi da cima a fondo non so quante volte.

Un libro indegno di essere letto una seconda volta è indegno pure di essere letto una prima.

Il solo modo serio di leggere è rileggere.

Bisogna leggere due volte tutti gli scrittori, i buoni e i cattivi. Si riconosceranno i primi, si smaschereranno i secondi.

"Dimmi ciò che leggi e ti dirò chi sei" è vero; ma ti conoscerei meglio se mi dicessi quello che rileggi.

Dai libri che leggi, posso giudicare della tua professione, cultura, curiosità, libertà. Dai libri che rileggi, conosco la tua età, la tua indole, quello che hai sofferto, quello che speri.

Cancella spesso, se vuoi scrivere qualcosa che meriti d'essere riletto.

Un libro che non valga la pena di essere letto due volte non è neppure degno d'esserlo una volta sola.

Rileggere. Si usa per i classici che si leggono la prima volta.

Ci sono libri, certamente molto rari, così vasti e profondi, che non si finisce praticamente mai di percorrere e conoscere in tutta la loro estensione; per cui, pur ritornandovi più volte nel corso degli anni, si può essere sicuri di fare sempre qualche nuova interessante scoperta.

Non si è ancora finito di leggere un buon libro se lo si è letto una sola volta.

È segno che si comincia a invecchiare quando i libri che si vorrebbero leggere diventano sempre meno rispetto a quelli che si preferirebbe rileggere.

I libri cambiano col tempo; personalmente non mi è mai capitato di rileggerne uno che dopo qualche anno fosse ancora lo stesso.

Come sa bene ogni buon lettore, è meglio rileggere dieci volte un vecchio amato libro, che leggere i dieci nuovi libri piú venduti del momento.

Se un libro non dà piacere a rileggerlo infinite volte, tanto vale non leggerlo affatto.